“S’usano per la camere et per le sale comunemente, i suoli o pavimenti, non di mattoni, ma di una certa materia, che si chiama terrazzo; la qual dura per lungo tempo et è vaghissima all’occhio et polita”. Francesco Sansovino, storico del ‘500, li descriveva cosi. Andrea Palladio, invece, considerava “eccellenti i terrazzi come si usa in Venetia”. Il pavimento veneziano è una vera e propria opera d’arte, tipico della Venezia rinascimentale, e nella sua accezione più convenzionale  è caratterizzato da frammenti di marmo e pietra che possono avere una lunghezza fino a 3-4 cm, con calce di cemento o ciottolato con funzione legante mescolata ad altri piccoli pezzi di marmo. Qualcosa di simile era presente anche in epoca greca e romana, ma solo in quest’ultimo caso abbiamo impasti di marmo simili alle creazioni che vediamo sui pavimenti e sui terrazzi che siamo soliti intendere oggi. Tuttavia è solo nella Venezia del ‘700, ed in particolare al tempo dei Dogi, che queste superfici conoscono il loro massimo splendore. Si tratta insomma di realizzazioni classiche e molto antiche, ma come tutte le cose belle sono destinate a rimanere nel tempo. Non stupisca insomma che anche al giorno d’oggi i pavimenti veneziani rappresentino una scelta stilistica di sicuro gusto all’interno delle nostre abitazioni.

Le caratteristiche di un pavimento veneziano

Tra le caratteristiche principali di un pavimento veneziano c’è sicuramente la sua solidità. Il motivo è facilmente intuibile: essendosi diffusi in una città, Venezia, tradizionalmente sottoposta a stress climatici e, soprattutto, costruita su delle palafitte, era necessario che questi pavimenti fossero in grado di sopportare deformazioni pronunciate senza subire fratture o sconnessioni. Per questo era fondamentale che gli artigiani, prima di iniziare a realizzare la pavimentazione vera e propria, dovessero verificare che il fondo fosse ben liscio e livellato. Una base imperfetta poteva infatti compromettere la realizzazione del pavimento stesso. Una volta che il piano era pronto si procedeva alla stesura dei fondi preparatori. Il primo era un mix cocciopesto e pietrisco, mentre il secondo, da posizionare dopo aver completato questo passaggio, doveva essere accuratamente pressato e livellato usando gli stessi materiali. Dopo un riposo di qualche giorno, il terzo e ultimo strato comprendeva grassello di calce e poteva essere arricchito da alcuni pigmenti di colore.

Il pavimento veneziano nelle case moderne

Quello che caratterizza il pavimento veneziano sono sicuramente le sue decorazioni. Queste venivano realizzate nel momento in cui erano state completate le tre fasi preparatorie. Gli artigiani definivano il tipo di disegno che intendevano realizzare e poi, a seconda della complessità del lavoro da portare a termine, sceglievano il supporto da utilizzare. Una volta completata l’opera si procedeva alla stesura di una pasta che serviva a tenere insieme i cubetti di marmo, i vetri e quant’altro veniva utilizzato per la decorazione. Il più grande errore che si possa commettere al giorno d’oggi è quello di considerare il pavimento alla veneziana come un qualcosa di antico, ma la verità è che questo tipo di finitura può sposarsi alla perfezione con tutto anche all’interno o all’esterno di un’abitazione moderna. Si tratta infatti di un pavimento di carattere, adatto a case con personalità, ma può avere anche toni neutri se si scelgono, ad esempio, colori grigi. Questo lo rende capace di abbinarsi ad arredi freschi e colorati, ma anche ad uno stile minimale e al legno. La forma irregolare delle sue decorazioni lascia libero sfogo alla fantasia e alla creatività e può rappresentare una scelta di stile praticamente unica. Non è quindi un caso che si stia assistendo, specialmente negli ultimi anni, ad una forte ripresa di questo stile di arredo dopo anni di approccio monocromatico e minimale.